Conosciuta come la “neo abstract expressionism queen”, la pittrice e scultrice newyorkese Fran Bull è una delle maggiori protagoniste della contemporary art.
Presente nei più prestigiosi musei di tutto il mondo tra cui il Moma (Museum of modern art di New York) e il National museum of woman in the arts di Washington Dc, l’artista da qualche anno ha raccolto l’interesse anche dei collezionisti italiani.
Dopo aver debuttato a Milano nel 2017 allo spazio Loa (Open art laboratorio), ha partecipato con la mostra personale “Station” alla 57esima biennale di Venezia, a Palazzo Zenobio, presso il Padiglione Armenia.
Dal 2018, due musei italiani ospitano un suo lavoro: il Maac, museo archeologico e di arte contemporanea di Ceglie Messapica e il Maca, il museo d’arte contemporanea dell’Accademia di Frosinone.
Quest’anno in febbraio è stata protagonista della personale “Libera nel mondo”, all’interno del progetto “Internation contemporary art”, curato dal critico storico dell’arte Giorgio Gregorio Grasso (curatore del padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2011 e del Padiglione Armenia alla Biennale del 2017). La mostra si è tenuta, con il patrocinio del Comune di Milano, presso la Fabbrica del Vapore, spazio espositivo che sta diventando un tempio dell’arte contemporanea della Lombardia.
In ottobre, sempre con la curatela di Grasso, Bull ha partecipato alla Biennale di arte sacra di Mentone, presso il Grand Hotel des Ambassedeurs. Manifestazione che ha raccolto oltre 200 opere di grandi artisti contemporanei tra cui il padre dell’arte povera, Michelangelo Pistoletto.
Come sta accadendo per tutti gli autori importanti, il mercato richiede ordine e trasparenza della produzione artistica.
Così, Fran Bull sta provvedendo alla revisione dell’archivio della sua opera omnia che, tra disegni, tele, sculture, installazioni e grafiche conta oltre 1200 pezzi catalogati.
Attiva sul mercato da oltre 50 anni, Fran Bull si è inizialmente dedicata al fotorealismo. Tra i suoi lavori più noti, ci sono Flamingo stereopticon, Lincoln center reclining figure e Wing Narcissus. Opere che risentono dell’influenza pop.
Verso la fine degli anni ’80, Bull sterzò verso il neoespressionismo astratto, realizzando opere che richiamano i basso rilievi.
Bull è anche particolarmente apprezzata per la sua attività nell’arte moltiplicata: in quest’ambito ha lavorato in particolare presso uno dei più prestigiosi studi di incisione europei, Taller 46, a Barcellona, con la master printer Virgili Barbara, figlia di Joan, che aveva lavorato collaborato con i più grandi maestri spagnoli dell’epoca, da Pablo Picasso a Juan Mirò.